Ci sono parecchie cose lasciate in sospeso nella mia vita, lasciate e poi riprese, lasciate lì e mai finite. Mi sento incompleta quando penso al liceo, quando anziché combattere, ho mollato. Qualche giorno fa a lavoro, c’erano una mamma e una figlia, e lei ad una certa ha iniziato a gridare dall’euforia per aver passato un esame e io questa cosa con mia madre non l’ho mai avuta. Io rientravo a casa dopo un nove e mezzo in latino e mia mare mi chiedeva “Perché non dieci?”. Rientravo a casa dopo gli otto e i nove nei temi, nei saggi brevi e mi diceva “Vabbé ma quelli ti vengono facili”, come se la scrittura fosse una cosa facile per tutti e a me era data per scontata perché mi veniva naturale. Rientravo a casa dopo un sei in matematica, sudato e faticato e lei diceva “Ti sei sprecata”. Ma addirittura, una volta sono tornata a casa dopo un nove meno sempre in matematica e nemmeno quello bastava. Alla fine mi sono auto-convinta che la scuola non facesse per me, sopratutto perché io studiavo per i voti e non per imparare davvero qualcosa. Mi sento incompleta quando tutti quegli sport che ho iniziato e poi lasciato non mi hanno mai soddisfatto appieno. Ballavo fin da piccola, andavo ad atletica, a basket e mi sono anche innamorata della pallavolo. Qualsiasi sport io facessi ero brava e dopo un po’ mi stufavo, volevo sempre arrivare in alto, ma qualcosa o qualcuno mi faceva desistere. Con la pallavolo è stato il trasferimento. Mi sento incompleta quando penso a tutti quei viaggi che ho fatto, e da cui non mi sono portata dietro quasi niente, come se non ricordassi più i monumenti o la storia che c’era dietro ognuno di essi. Questo perché a scuola li ho studiati a memoria e quando mi ci sono trovata davanti non ricordavo più nemmeno come associarli. Mi sento incompleta quando penso di essere in ritardo sulla tabella di marcia rispetto a chiunque, perché dovrò riprendere a studiare, ma stavolta perché voglio sapere tutte le cose che ho perso, e chissà, magari un giorno vorrò andare a prendermi anche quella bellissima corona d’alloro che non mi è mai interessata.
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