<<Hey Tom>> dico a voce più bassa rispetto a prima.
Siamo seduti sulla Terrazza del Pincio, con le gambe penzoloni e non vogliamo distogliere lo sguardo da quell’incredibile tramonto che sta oscurando il colore del cielo. Stasera non c’è quasi nessuno, perché fino a un’ora fa pioveva, e all’improvviso, come volesse farci un regalo, il sole si è fatto vedere all’ultimo minuto, prima di andare via.
<<Che c’è?>> mi domanda, sempre con gli occhi fissi verso il rosarancio davanti a noi. Credo che il rosarancio dovrebbe essere nel vocabolario per descrivere il tramonto, come anche il bluviola, perché il tramonto non ha mai un solo colore.
<<Come stai?>> stavolta glielo chiedo voltando lo sguardo verso di lui. Volta la testa e i suoi corti capelli scuri lasciano il posto al viso, accenna un mezzo sorriso, tuttavia negli occhi c’è ancora tutto quel sole che scompare. Probabilmente si vede lo stesso nei miei.
Solleva un sopracciglio e mi punta i suoi grandi occhioni che sanno di Nutella, con un’espressione di pura perplessità. <<Mi hai fatto la domanda due secondi fa Ila>>
La domanda era la stessa, ma io non volevo una risposta da dare a tutti. Io volevo una risposta da dare a me.
<<Ti pare che “bene” sia la risposta che volevo sentire?>>
<<Perché non ti piace che io stia bene?>>
<<Certo Tom, ma con me non devi avere paura di dire la cosa sbagliata, puoi dirmi anche quello che non vuoi dire al mondo. Non stai bene, e io lo so>>
Mi guarda sorpreso, non ha ancora capito che io vedo quello che ha dentro. Si stupisce, ma non troppo, e torna con lo sguardo dov’era prima.
<<Allora che te lo dico a fa’, non hai bisogno che io parli>>
<<Prima o poi dovrai parlarne, e dovresti farlo subito, dimenticare subito, dicono che funzioni così, che se non dimentichi subito, te lo porti dentro per sempre>>
<<Dicono un sacco di stronzate, lo sai?>>
<<Lo so, Tom>>
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ph: @therealfabigram
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