Devo rassegnarmi all’idea di non essere come gli altri. Di vivere le cose, anche le più piccole, appieno senza perdermi ciò che mi circonda.
Devo rassegnarmi all’idea di non essere come gli altri, che il dolore lo riescono a trasformare in tutt’altro, ed io invece riesco solo a passare le notti senza dormire, pensando a dove di preciso mi si è rotto il cuore. A dove gli occhi hanno smesso di guardarmi allo stesso modo, a come quelle notti mi sia svegliata sola, e sola non mi ci volevo più sentire.
Devo rassegnarmi all’idea che anche se sono stata io ad andarmene, proprio perché sono stata io, riesca a trovarmi nell’apatia più totale, perché dentro di me quelle piccole cose sono diventate troppo grandi e subito dopo, nonostante questo, anche se la colpa non è stata mia, mi senta morire, e appena giro l’angolo arrivo anche a chiedermi che cazzo stia facendo.
Devo rassegnarmi all’idea di non essere come gli altri, che continuano ad avere nella propria vita persone che volevano rovinargliela e che non hanno mai avuto rispetto.
Devo rassegnarmi all’idea che la rabbia possa arrivarmi da un momento all’altro, anche se in quella vita non ci volevo più stare, perché forse la delusione supera di gran lunga l’amore, ma quella canzone in macchina mi fa comunque piangere.
Devo rassegnarmi all’idea che proprio perché sono stata io ad andare via, non riesco a respirare per un bel po’, non riesco a stare in mezzo alla gente perché da un momento all’altro potrei vomitare, o l’ansia potrebbe farmi tornare ancora quegli attacchi di panico che negli anni ho saputo controllare.
Devo rassegnarmi all’idea di non essere come gli altri, di non vivere le cose come gli altri, e di essere forte abbastanza da riuscire ad essere così debole e sentirmi male quando meno me l’aspetto.
Devo rassegnarmi all’idea di voler superare tutto da sola, perché tanto gli altri non capiscono e non posso pretendere che capiscano perché ancora io mi giri a guardare indietro, pur non volendolo più fare.
Devo rassegnarmi all’idea che ogni amore è un amore a sè, ma l’ultimo fa sempre un po’ più male, perché il cuore ormai ha sempre un pezzo in meno e tu credi di non farcela più.
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