Piove.
E a me non importa nemmeno
di prendere l’ombrello.
Non mi importa di camminare
sotto la pioggia
e lasciarla scivolare addosso.
Come quella sera
in cui ci siamo conosciuti
c’era il sole
e poi sono arrivate le nuvole
come il preavviso
di una tempesta.
E noi mica l’avevamo capito
quando ci siamo stretti la mano
e ci siamo detti “Ciao, piacere”
che sarebbe arrivata
e subito dopo era come
se ci conoscessimo da sempre
e abbiamo detto un sacco
di parolacce
e ci siamo bevuti tante cose
insieme agli altri
ma noi parlavamo tra di noi
e non ce ne fregava niente
di tutti quei Jack Daniel’s
e quelle birre
che uscivano senza fine.
Tu eri senza voce
ed io ero triste.
Tu parlavi
ed io ridevo.
Il posto era quello sbagliato
eppure noi eravamo proprio
quelli giusti
e alla fine ci siamo messi a cantare
come deficienti
fregandocene di chi ci fosse.
Stay with me
dava Rtl
e ci prendevamo in giro
e ridevamo della vita
che prendeva in giro noi.
E allora la tempesta è arrivata
la pioggia non voleva smettere
e noi volevamo andare
nelle vie in centro
e non ce ne fregava niente
di tutta quella pioggia
di tutti quei discorsi importanti
eravamo uno stronzo
e una stronza, dice Raige
e tu mi hai preso la mano
e mi hai detto ‘andiamo’
nessuno ci dà ciò che meritiamo
noi ce lo prendiamo.
Era il tre giugno
ed è il giorno in cui
silenziosamente
te l’ho chiesto
con quella canzone
senza voce
resta con me.
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