Che poi mi piacevi un sacco quando non ti piaceva qualcosa, tipo il succo d’ananas, e io ti dicevo “lo sai cosa mi piace quando bevi il succo d’ananas?” e mi rispondevi “Ok berrò succo d’ananas tutta la vita, compriamo l’ananas, mangiamo l’ananas!”.
Mi piacevi quando non avevi voglia di fare qualcosa ed io mi mordevo il labbro mettendoti le mani ovunque e allora scattavi subito e ti sbrigavi per poi tornare da me, oppure perché lasciavi perdere quello che c’era da fare tanto ero più importante io e le mie mani su di te, e le tua bocca su di me.
Mi piacevi un sacco quando ti ho avevo detto che mi piacciono gli orologi e che ce n’era sempre uno che quando lo mettevi al polso mi veniva voglia di spogliarti e non andare più da nessuna parte, o comunque arrivare in ritardo perché andava bene lo stesso, e tu allora ogni volta che lo avevi addosso facevi il cretino per tentarmi.
Ah, mi piacevi anche perché quando eri a lavoro e io ti volevo far impazzire, facevi un sacco di figuracce con i clienti perché proprio non ce la facevi a nasconderlo. E non ce la facevi a nascondere il buonumore che avevi la mattina quando ci svegliavamo alle sei per fare colazione due o tre volte, che chissenefrega se poi avremmo dovuto lavorare tutto il giorno, tanto la sera avremmo comunque ricominciato, e la notte avremmo dormito stretti stretti per recuperare tutte le energie.
Mi piacevi perché con te mangiavo un casino, mi si era tirato su pure il culo senza bisogno di fare squat e i jeans mi stavano tutti stretti. Ora invece mi stanno di nuovo tutti larghi, perché ho fame solo a momenti e la bilancia segna quattro chili in meno.
Questo pensiero solo perché ieri sera ho aperto il frigo e ci ho trovato un succo d’ananas, per dire.
Mi piacevi sempre, comunque.
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