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solletico


Quando dico che non sto facendo nulla, in realtà in quel nulla ci sono un sacco di piccole cose.

C’è la musica la mattina che ho ricominciato ad ascoltare per placare i sogni in cui non riesco a raggiungerti, ma qualcuna ancora mi fa piangere.

C’è un sorriso che mi sforzo di fare con i clienti, ma ce n’è anche uno, che non forzo per niente, per i bambini che mi sorridono.

Ci sono le canzoni in macchina che riesco a cantare di nuovo a squarciagola, come se il mondo intorno non esistesse, come se non ne avessi più bisogno.

C’è il the che ha sostituito la camomilla della mattina, ma non quella della sera.

C’è un bel po’ di cioccolato Kinder che placa la mia voglia delle tue braccia intorno a me, ma ancora gli orsetti non sono andata a ricomprarli.

C’è quel libro di Freud sul Kindle, ed io vorrei che tu fossi come quel ricordo rimosso, come quando sovrapponiamo qualcosa perché non vogliamo più ricordarlo e facciamo uno sforzo immenso e niente, non ce lo ricordiamo proprio.

C’è una birra con le amiche, ma anche con gli amici.

Ci sono tutti i “rifiuta messaggio” di tutti i “ciao” che mi arrivano in privato, ci sono tutti i no che ho iniziato a dire da quando sono andata via, anche a chi avrebbe potuto salvarmi. Ci sono tutti i no che dico a chiunque, perché io non ho bisogno di farmi salvare da nessuno, altrimenti tutto questo dolore non avrebbe senso. Se avessi voluto due braccia a sorreggermi avrei di certo tenuto le tue.

Ci sono i momenti in cui scrivo, e sono diventati tanti, e ognuno di essi mi aiuta a tirare fuori me da te e te da me.

Ieri ho chiuso la giornata con “Anna Molly” e oggi l’ho cominciata con “Solletico”.

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