Oggi ho disdetto l’appuntamento per farmi rossa.
Avrei dovuto farlo tre o quattro mesi fa, quando ti avevo chiesto: “Come li faccio i capelli?” E tu mi avevi risposto senza neanche pensarci: “ROSSI”. Invece quando sono arrivata lì, mi è mancato il coraggio, che ne so. Forse avevo paura di piacerti così tanto fuori ché quello che avevo dentro non lo avresti comunque notato, o forse non mi avresti lasciata andare più e io volevo che lo facessi. Lo volevo perché ne avevo bisogno e la mia mente ha cercato in tutti i modi di rendermi meno bella, meno perfetta, che tu me lo dicevi sempre, meno tutto quello che ero, che di perfetto non avevo proprio niente.
La mia mente ha creato tutte quelle situazioni e le ha rese meno perfette, perché io non mi sentivo così.
Ma neanche un po’.
E quindi è iniziata la mia autodistruzione, passavo i pomeriggi a stare sul divano con le lacrime agli occhi, con quella palla di pelo a cui dicevo “Se non ci sarò più mi prometti che farai il bravo con papà?”, ma lui non rispondeva, mi guardava incazzato come per dire “Fai come ti pare, tanto ti odierò comunque”. Ci siamo addormentati assieme un sacco di pomeriggi e quando mi svegliavo lui apriva gli occhietti e mi strusciava il naso sotto al mento, e quello voleva dire che mi voleva bene perché ero lì. E alla fine non riuscivo neanche più a scrivere, aspettavo solo che tornassi da lavoro, avevo bisogno di te, perché quel dannato libro mi faceva tornare indietro e io indietro non volevo più tornarci. Così ho smesso di fare anche quello, ma dentro di me sentivo ancora quel senso costante di fallimento. Non riuscivo a concludere niente e i pensieri non mi portavano da nessuna parte.
La mia autodistruzione era cominciata e ancora non ne vedo la fine.
Comunque ho disdetto l’appuntamento perché tanto tu non ci sei, non mi guarderesti con quegli occhi socchiusi e la bocca aperta perché vorresti mangiarmi, e non mi diresti “Cazzo Ila, tu non esci più da questa casa!”
Comments